Lo spazio dell’isola, nel cantautorato italiano, non è stato grande, se parliamo in termini di autori sardi affermatisi nel panorama nazionale.
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In questo saggio, tuttavia, grazie alle parole del critico musicale Ernesto Assante, di alcuni dei più grandi artisti italiani, come Francesco Baccini, Angelo Branduardi ed Elio – riuniti da Tonino Cau per l'inno “Procurade ‘e moderare” – e Fabio Concato, e dei più grandi artisti sardi, come Maria Giovanna Cherchi, Elena Ledda, Gino Marielli, Piero Marras, con cui l’autore ha potuto dialogare, si dimostra il fascino che ancora incarna la Sardegna, con quell’ideale di beatitudine nascosta al di là del mare e disponibile a chi si avvicini a essa senza pregiudizio. Le isole, infatti, nella storia della letteratura, hanno indicato spesso luoghi di libertà, di beatitudine, di utopia. Perciò, già questa “isolitudine” è un valore che pone la Sardegna in una posizione privilegiata. Soprattutto da quando a sceglierla fu Fabrizio De André, come racconta il suo “fratello senza peccato” Filippo Mariotti.