«Se le tue foto non sono abbastanza belle, vuol dire che non ti sei avvicinato abbastanza.» Queste famose parole di Robert Capa sono diventate, per Lynsey Addario, uno stile di vita. E spesso gliel'hanno fatta rischiare.
[...]
Perché Lynsey ha scelto la difficile strada della reporter di guerra, sempre in prima linea: dove fischiano le pallottole e la sofferenza umana è al culmine, dall’Afghanistan al Darfur, dal Congo all’Iraq. La sua esistenza è cambiata l’n settembre del 2001, quando l’attacco alle Torri Gemelle ha reso all’improvviso tragicamente importante la sua conoscenza dell’Afghanistan. Da quel giorno, Lynsey ha iniziato a viaggiare per il mondo per conto dei maggiori giornali americani. Rapita in Libia, testimone della tragedia umanitaria in Darfur, aggregata a una missione di guerra in Afghanistan, sequestrata in Iraq. Fino a chiedersi se valesse davvero la pena mettere in pericolo la sua vita per una fotografia. La risposta è senza esitazioni: «È il modo in cui ci guadagniamo da vivere, ma più che altro è una responsabilità, una vocazione che ci rende felici, perché ci dà la sensazione di avere uno scopo preciso nella vita. Siamo testimoni della Storia e possiamo influire sulla politica». Illustrato dalle splendide foto dell’autrice, questo intenso memoir ci trasporta attraverso i più caldi fronti internazionali degli ultimi dieci anni, mostrandoci la «politica estera» per quello che realmente è: la vita e la morte di persone come noi. Lo fa attraverso gli occhi di una donna capace come poche altre di leggere le emozioni e immortalarle in un’immagine. Indimenticabile.