Il connotato comune delle moderne teorie del diritto naturale è da ravvisare nella sostituzione della trascendenza con l'immanenza delle leggi e delle istituzioni politiche, con la conseguente prevalenza della volontà dello Stato sulla voluntas Dei.
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La realtà è considerata matura per produrre da sé il giusto e, conseguentemente, anche il cosiddetto obbligo di diritto naturale, emancipandosi dalla sua base teonoma, è fatto scaturire dalla natura stessa delle cose, in uno sviluppo progressivo che lo fa evolvere in legge.
Sul piano politico, lo Stato, prodotto della scienza di governo, ha al suo vertice non più un principe nel senso feudale del termine, ma piuttosto un sovrano indipendente che fa di preferenza affidamento sulla sua intelligenza e sulle sue risorse piuttosto che su principi etici o sulla posizione che gli è affidata da Dio in una società piramidale.
Contro questo processo di secolarizzazione e di autonomizzazione del diritto e della politica si erge Tommaso Campanella, la cui vasta produzione di scritti politici è in larga misura sconosciuta, in netto contrasto con l'amplissima diffusione delle numerose edizioni della Città del Sole, che ha finito per avere un effetto addirittura distorcente e riduttivo rispetto alla profondità di pensiero del filosofo di Stilo.
Ribadendo i fondamenti metafisici del diritto e della politica il frate domenicano compie una vera e propria saldatura tra la dottrina etico-giuridica e il resto del suo sistema filosofico; con ciò, però, il pensiero campanelliano, evolvendo in maniera affatto originale (una originalità scaturente da un totale anticonformismo rispetto alle maggiori scuole di pensiero che andavano affermandosi quali antesignane della modernità) nel panorama filosofico del primo Seicento, sanciva la sua condanna all'oblio e rafforzava, nel contempo, l'immagine di un pensatore continuamente in bilico tra due epoche, formatosi alla scuola di Telesio (e perciò desideroso di studiare la natura iuxta propria principia) ma ancora attratto dal profetismo, dalla cabala e dall'astrologia, tanto da suscitare la facile ironia dei suoi contemporanei.