Secondo Michael A. Cremo e Richard L. Thompson, a dispetto delle più consolidate teorie scientifiche a riguardo, le origini dell'uomo moderno non risalirebbero a 100.000 anni fa, ma a ben tre milioni di anni fa. I siti archeologici che producono tali evidenze, non solo sotto forma di reperti paleontologici, ma anche di manufatti, vengono dettagliatamente descritti e interpretati.
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Emerge che con ogni probabilità non è esistita un'evoluzione del genere umano dall'Australopiteco all'Homo sapiens, ma che al contrario uomini e ominidi abbiano da sempre coesistito sulla terra e che quindi la teoria evoluzionistica della vita sul nostro pianeta, non abbia alcun fondamento certo.