Una raccolta che prende il via dai ricordi, dal vissuto recente e passato, dal mondo di oggi e da quello scomparso. Un Sepùlveda al suo meglio, con la sua consueta e straordinaria capacità di convertire ogni riflessione, ogni denuncia in un racconto affascinante. Come nel brano che dà il titolo alla raccolta.
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Nel 1990 Sepùlveda torna per la prima volta in Cile, dopo quattordici anni di esilio, con una fotografa, che otto anni prima ha catturato un'immagine in cui si vedono cinque bambini. Lo scopo del viaggio è ritrovare quei cinque bambini e fotografarli. Uno di loro, però, non c'è più... La sua storia è il pretesto per raccontare che cos'è successo al Cile, e com'è il Paese dopo diciassette anni di dittatura...