Pubblicato a Wìttenberg nel 1587, il Camoeracensis Acrotismus, di cui viene qui presentata la prima traduzione integrale, costituisce la riproposizione, riveduta e ampliata, delle tesi discusse a Parigi, due anni prima, nel corso di una tumultuosa disputa accademica tenutasi presso il College de Cambrai.
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Nell'opera, a lungo inspiegabilmente sottovalutata dalla critica, Bruno fonda sul netto rifiuto dell'abitudine a credere, la rigorosa confutazione delle teorie peripatetiche e l'affermazione delle sue straordinarie intuizioni cosmologiche. Nel saggio introduttivo, ripercorrendo un itinerario che va da Tolosa a Praga passando per Parigi e Wittenberg, Guido del Giudice racconta la storia viva e coinvolgente di un libro che Bruno considerò una sorta di manifesto del proprio pensiero e che ancora oggi ci riserva affascinanti sorprese.
Giordano Bruno Nolano era uno di quegli esseri geniali in anticipo sui tempi, quei Mercuri inviati sulla terra in epoche stabilite, ispirati da una visione profetica dell'uomo e dell'universo.
Egli non riusciva a comprendere come, in nome di settarismi ideologici o religiosi, si potesse negare il diritto di pensare e difendere le proprie opinioni filosofiche. Il tragico rogo di Campo de' Fiori rappresenta ancora oggi la sua condanna e la sua consacrazione. Se da un lato, infatti, ne ha tenuto desto il ricordo, nonostante la persecuzione di cattolici e accademici, dall'altro ha alimentato quei falsi miti del "mago" e del "martire", che continuano a ostacolare la corretta interpretazione di un pensiero quanto mai vivo e attuale.