Il 28 maggio 1931 Michele Schirru, trentaduenne anarchico sardo, viene condannato a morte dal tribunale speciale del fascismo. Sarà fucilato poco dopo, nell'anno IX dell'era fascista.
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Il suo crimine? Aver pensato di uccidere Benito Mussolini, per porre fine alla dittatura con il tirannicidio e per restituire dignità al popolo italiano, Ma il giovane Schirru, alto, biondo, spavaldo, dotato di trascinante simpatia, non ha fatto nulla per portare a termine l'attentato. Non è mai andato al di là dell'intenzione e forse, al momento dell'arresto, dopo alcuni giorni passati in compagnia di un'affascinante ballerina ungherese, aveva già rinunciato al suo progetto. Quella condanna a morte fu una mostruosità umana e giuridica, e la vicenda processuale che l'ha determinata aiuta a capire l'essenza del fascismo. Giuseppe Fiori ricostruisce la biografìa di un eroe romantico, dalla Sardegna povera e feudale - dove nasce e matura la sua coscienza di ribelle - agli Stati Uniti dove emigra con il padre, mentre l'OVRA allunga la sua rete di spie e provocatori tra i migranti per proteggere il duce e imbavagliare l'opposizione. Infine, la sua ultima stagione nell'Italia del fascismo trionfante, l'atroce giallo della morte sullo sfondo di cupe e tenere giornate romane. Pubblicato per la prima volta nel 1983 (in una collana mondadoriana diretta da Giulio Bollati e Corrado Stajano), L'anarchico Schirru è diventato un piccolo classico della nostra storiografia. Lo anima una scrittura sempre attenta alle circostanze storielle e ambientali, oltre che naturalmente ai documenti, e soprattutto sorretta dalla volontà di comprendere gli esseri umani e le loro ragioni profonde, nutrite non solo di riflessione politica ma anche di emozioni. U fulcro del libro è la ricostruzione delle posizioni dell'antifascismo nei confronti delle azioni terroristiche e del tirannicidio: da un lato il desiderio di condurre la più dura opposizione al regime, dall'altro la necessità di innescare processi profondamente democratici. E anche la consapevolezza che un regime dittatoriale, in grado di controllare Ì meccanismi dell'informazione, può facilmente volgere a proprio favore le circostanze più diverse.