Il libro trova la sua genesi nella lunga quotidiana consuetudine dell autrice con i luoghi della sofferenza psichica. Le abitanti degli spazi di angoscia e solitudine emergono dall istinto e omologante pallore dell istituzione totale per stagliarsi ora, nelle pagine di Nereide Rudas, come protagoniste della propria storia.
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Murate dentro una vicenda umana tramutata in destino, esse hanno ancora la forza di denunciare la loro umiliata condizione, esprimendo il rimpianto per un esistenza mancata e un ritroso desiderio di felicità. Donna Cleto con il suo romanzo familiare, la Principessa in stracci che colleziona oggetti inutili , la Pianista che suona senza piano, la dis-madre adolescente che uccide il suo bambino ecc., vengono sottratte al silenzio ed illuminate da una rigorosa e indimenticabile identità. Le loro vicende non sono osservate con l occhio freddo e oggettivante della psichiatria, né sepolte nell indifferente terra della normalità , ma colte con rispetto e partecipata tenerezza. I loro volti, le loro voci e i loro percorsi di vita prendono così forma nella memoria e nella parola scritta, diventando persona, storia, poesia. Storie senza è uno strano e affascinante libro che intreccia e contamina più linguaggi in versi e in prosa, resoconti scientifici e intuizioni fantastiche, atrocità individuali e sventure collettive, farri crudi e momenti poetici, trattati sempre con leggerezza e, talvolta, con ironia. Le donne sofferenti che chiedono di esistere e di parlare appaiono così metafora e cifra del più generale esilio dalla vita: dalla guerra alla distopia, dal terrorismo all olocausto, ponendoci di fronte a terribili responsabilità.