Billy Twillig è un premio Nobel, il più geniale matematico della sua epoca, il massimo esperto in un campo di studi cosi specializzato ed estremo da coincidere, praticamente, con la sua sola persona. E ha quattordici anni.
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È stato prelevato da forze non meglio precisate e condotto in una località segreta dell'Asia centrale per partecipare all'Esperimento sul campo numero uno: un enorme centro di ricerca in cui studiosi di tutto il mondo cercano di raggiungere "la conoscenza. Studiare il pianeta. Osservare il sistema solare. Ascoltare l'universo. Conoscere noi stessi". Billy è stato convocato perché rappresenta l'unica speranza per decifrare il mistero supremo: tempo fa, proveniente dalla lontana stella di Ratner, è giunto un segnale radio che ha tutta l'apparenza di un messaggio da un'intelligenza aliena. Ma nemmeno la più alta concentrazione di scienziati del pianeta è riuscito a decodificarlo. Finora. "La stella dì Ratner" è, fin dal suo apparire nel 1976, tra tutti i romanzi di Don DeLillo l'oggetto del culto più tenace, enigmatico e sotterraneo. Qualche anno più tardi, tentando di spiegarne il segreto, lo stesso DeLillo dirà: "Ho provato a scrivere un romanzo che non solo avesse la matematica tra i suoi argomenti, ma che, in un certo senso, fosse esso stesso matematica. Doveva incarnare un modello, un ordine, un'armonia: che in fondo è uno dei tradizionali obiettivi della matematica pura".