Grazia Deledda (1871-1936) raccontata da Mercede Mundula (1890-1947). Non era scontato che tra le due donne dovesse nascere una profonda amicizia, tanto erano diverse, per nascita, per formazione culturale, per risultati artistici.
[...]
La Deledda era un'autodidatta di genio, dalle molte e variegate letture, vissuta fino al matrimonio a Nuoro, dove vinse l'iniziale diffidenza dei suoi concittadini, che giudicavano un eccesso di presunzione la sua aspirazione a divenire una scrittrice. Mercede, figlia di un notaio in solidi rapporti con i maggiorenti della sua Cagliari, aveva fatto studi magistrali e apparteneva a un ambiente culturale vivace. Raggiunta Roma, appena sposata, inizia la sua attività di critica letteraria, pubblicando studi proprio su Grazia Deledda. Il libro raccoglie conferenze, recensioni e critiche letterarie assieme a un'intera monografia, scritta dalla Mundula (pubblicata dall'editore Formiggini), per raccontare l'opera della Deledda. Mercede descrive le emozioni nascoste della scrittrice nuorese nel momento più importante della sua vita: "Rude e pensosa era, ma serena... Ricordo la mattina dell'annunzio del premio Nobel."