Un uomo vive in perfetta solitudine, lontano da tutto, tra i boschi, in un vecchio borgo deserto e abbandonato. Ma un mistero turba il suo ritiro. Ogni notte, sempre alla stessa ora, su un tratto pianeggiante del crinale di fronte alla sua finestra, si accende una lucina.
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Cosa sarà? Un altro inquilino solitario di un paese disabitato? Un lampione dimenticato che si accende per qualche contatto elettrico? Un UFO, come crede un ragazzo del paese più vicino? Un giorno l'uomo si spinge fino al punto da cui proviene la luce e trova un bambino che vive solo e sembra uscito da un'altra epoca o davvero da un altro pianeta. Nuove domande affollano la testa dell'uomo, è un bambino vero? Un'allucinazione? Un fantasma? Antonio Moresco mette in scena una versione d'autore del Piccolo Principe, una meditazione commossa sul senso dell'universo e della vita. In un dialogo continuo con gli esseri che popolano i boschi, cani, alberi, insetti, rondini, Moresco come Leopardi riflette sulla solitudine e il dolore dell'esistenza, ma anche sulla solidarietà tra le creature che lega uomini e animali, vivi e morti.