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Nel III e IV secolo d.C. in Egitto la religione indigena e la produzione di papiri redatti in egiziano continuò come forma di resistenza religiosa: in tale frangente storico e culturale, continua a riprodursi, in geroglifico e nelle sue varianti corsive (ieratico e demotico) la tradizione papiracea funeraria locale dei papiri del Libro dei Morti, in voga fin dalla seconda metà del II millennio a.C.
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Da una selezione di papiri funerari relativi alla tradizione del Libro dei Morti e ai suoi sviluppi, è possibile affermare che per la cultura funeraria dell’Egitto greco-romano non si deve parlare solo di sincretismo, ma anche di persistenza della cultura locale. Quest’ultima rimane produttiva e non solo riproduttiva, nel senso che all’interno del corpus della tradizione testuale delle epoche precedenti accoglie ed elabora elementi nuovi derivati dal tipo di religiosità di quel preciso contesto storico. <<>> In the third and fourth centuries AD in Egypt belief in the old local religion and production of papyri in Egyptian language continued as a form of religious resistance: in this historical and cultural frame, the tradition of funerary papyri of the Book of the Dead, fashionable since the second half of the second millennium BC., continues to spread both in hieroglyphic writing and in its cursive variants (hieratic and demotic). On the ground of some funerary papyri connected with the tradition of the Book of the Dead and its developments it can be surmised that for the funerary culture of Greek-roman Egypt one should not speak only of syncretism, but also of persistence of the local culture. This phenomenon turns out to be productive and not only reproductive, in the sense that within the corpus of the textual tradition of earlier ages new elements derived from the specific religiosity of that precise historical context are accepted and worked out. <<>> pp.247-256 <<>>