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Il mondo degli studi vinciani appare singolarmente sbilanciato: a fronte di una proliferazione quasi preoccupante di pubblicazioni dedicate, a vario titolo, a Leonardo, i reali contributi alla ricerca sono decisamente meno numerosi e, tra questi, la maggior parte è da ricondurre alla storia dell'arte e della scienza e, in minor misura, a quella della letteratura.
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Recentemente è stata avviata - grazie all'impulso ideativo e organizzativo proveniente dal compianto direttore della Biblioteca Leonardiana di Vinci, Romano Nanni - una feconda stagione di ricerche di storia della lingua, che sta rinnovando profondamente il quadro complessivo. Manca, invece, un interesse a vario titolo ascrivibile alla storia della filosofia. In effetti, le ricerche su Leonardo rientranti nell'ambito di una qualche disciplina filosofica si sono tradizionalmente concentrate nell'ambito dell'estetica. Non per caso, dato che fin dal 1651, anno della pubblicazione dell'editio princeps, curata Raphaèl Du Fresne, della versione abbreviata del Trattato della pittura, il pensiero vinciano è entrato nella discussione colta in Europa primariamente per via della teoria dell'arte, in particolare della pittura. La pubblicazione e lo studio dei suoi codici sono posteriori, risalendo alla seconda metà dell'Ottocento. Ma in ogni caso, mentre i precetti contenuti ne', Trattato potevano essere ricondotti a una qualche tradizione viva prima e dopo Leonardo, tutto il resto dei suoi appunti, oltre ad apparire ancora meno organici del già frammentario Trattato, suscitarono più di una perplessità a causa della loro ardua ascrizione a una qualsiasi delle discipline scientifiche o filosofiche consolidatesi nel frattempo. Questa valutazione è valida, in parte, ancora oggi, nonostante i profondissimi cambiamenti che la concezione della filosofia ha subito dalla fine del secolo XIX. Se tale giudizio non riflette interamente lo stato della questione, ciò si deve ad alcune importanti ricerche che hanno contribuito a mettere a fuoco la peculiarità dell'approccio di Leonardo, la sua concezione del sapere e del suo ordinamento. Queste, tuttavia, sono quasi interamente attribuibili ad autori appartenenti alla storia dell'arte, della scienza, della letteratura...» (Dalla Prefazione)