La crisi ecologica che colpisce il nostro pianeta è una crisi cosmologica che ci obbliga oggi a ripensare l'idea stessa di pianeta e di vita al di là di quel costrutto culturale a misura d'uomo che abbiamo chiamato «pianeta Terra».
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Per fare questo serve una nuova filosofia della natura che guardi a ciò che, agli albori del pensiero, venne chiamato Okeanós: il flusso primordiale da cui tutto ha origine e che tutto avvolge come un enorme grembo materno. È quanto si propone Simone Regazzoni in questo libro di filosofia naturalistica che è al contempo un corpo a corpo con la filosofia presocratica, i miti orientali della creazione, il Moby Dick di Melville, l'arte del surf, i quadri di Turner e il racconto del soggiorno dell'Autore sull'isola di Maupiti, un atollo corallino della Polinesia Francese dove il libro è stato scritto. La riflessione filosofica si mescola con le sensazioni che attraversano il corpo del filosofo mentre nuota o affronta le onde su una tavola da surf in questo sperduto angolo di mondo, nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico, poco distante dall'isola in cui, nel 1842, Melville soggiornò per un mese dopo aver disertato dalla baleniera Acushnet. Qui «Il rumore sordo delle onde lontane che frangono sul reef» sembra indicarci la via per un'altra dimensione dell'abitare, che rompe con la chiusura della Terra, dei territori, dei confini, e si apre a un pianeta Oceano come flusso, costante divenire che attraversa e accomuna tutti i viventi. Filosofia e Oceano si incontrano così in una scrittura autobiografica che appare limpida sulla pagina come se fosse attraversata dai riflessi blu del mare.