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Tutte le verità, le bugie e le ingiustizie sul caso Julian Assange in un libro di inchiesta potente e chiarificatore.
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Dagli inizi, quando la pubblicazione, da parte di WikiLeaks, di documenti segretati sui crimini di guerra compiuti dagli Stati Uniti in Iraq e in Afghanistan imbarazzò l'amministrazione americana, a quando Assange dovette cercare rifugio presso l'ambasciata londinese dell'Ecuador per sfuggire alla richiesta di estradizione formulata dalla Svezia, dove era ricercato con l'accusa di stupro e molestie sessuali ai danni di due donne (richiesta poi ritirata), a quando infine fu arrestato e recluso nel carcere britannico di Belmarsh, dove si trova ancora oggi, in attesa di essere estradato verso gli Stati Uniti d'America e processato per le accuse di cospirazione e spionaggio. Kevin Gosztola è un coraggioso giornalista americano che negli ultimi dieci anni ha documentato le vicende di numerosi whistleblower e ha seguito ogni fase del processo per l'estradizione del fondatore di WikiLeaks. In questo libro, vagliando le dichiarazioni di decine e decine di testimoni, mette in ordine i capi d'accusa del Governo americano; denuncia gli abusi di potere perpetrati dalla Cia e dall'Fbi, comprese le operazioni di spionaggio contro Julian e la sua famiglia, i suoi avvocati e i suoi medici; fa luce, infine, sul colpevole silenzio dei media americani e del mondo occidentale nel difendere la libertà di un giornalista, peraltro cittadino australiano, che ha raccontato verità scomode sull'operato del paese più potente al mondo. Non solo un'opera di ricostruzione, quindi, ma una guida per seguire il futuro processo americano contro Assange, se mai si terrà, e un appello per una doverosa battaglia di verità e giustizia contro gli abusi del potere. Perché, come molti pensano: «Ogni accusa nei confronti di Assange rappresenta un'applicazione extraterritoriale delle leggi americane. Il prodotto di una superpotenza guidata da élite che credono di avere l'autorità legittima e morale di far rispettare le leggi americane a chiunque considerino una minaccia per i loro piani».