Craig Thompson è cresciuto in un luogo freddo e inospitale. In Blankets, il capolavoro della sua giovinezza, il Wisconsin era una muta coltre di neve. Il silenzio era interrotto solo dagli insulti dei bulli e dall’ira di suo padre, un uomo esasperato dall’ansia di sfamare la sua famiglia e inculcare nei figli il brutale dogmatismo della propria fede religiosa.
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Molti anni dopo, le nebbie dei ricordi più cupi si sono diradate, lasciando emergere dall’oscurità uno scenario complesso e sfumato: il Wisconsin non è una distesa di ghiaccio, ma un posto pieno di storie che Craig aveva rimosso, inclusa la sua. “L’adolescenza è fatta per sbagliare”, sembra ripetersi mentre osserva i suoi genitori: da ragazzo gli sembravano degli aguzzini crudeli, oggi sono una coppia di anziani rabboniti dal tempo e dalla stanchezza, due persone che per tutta la vita non hanno fatto altro che dedicarsi al lavoro nei campi e al volontariato. In questo capitolo conclusivo della trilogia di Ginseng Roots, dopo un viaggio attraverso Corea del Sud, Cina e Taiwan, Thompson torna in Wisconsin per chiudere i conti col passato, nella speranza di riaprire e curare le ferite di Blankets.