La “guida” di Enrico Besta – “il padre degli studi medievisti sardi” – offre la possibilità di poter mettere insieme storia politico-sociale con storia delle istituzioni, con incursioni o audaci “invasioni di campo” nella lingua sarda e, perfino, nell’arte. Con un altro “vantaggio”: la pressoché unanimità di giudizi positivi sulla sua opera dati da autorevoli studiosi della storia dell’isola.
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Alcuni dei quali considerano ancora oggi “La Sardegna medioevale”, in molte parti ancora attuale, certamente imprescindibile punto di partenza di ogni ricerca sulla nostra storia tra i secoli VII e XIV.