Il volume ripercorre le vicende che interessarono l'Archivio fotografico dei Musei Civici di Torino a partire dal 1930, con la nomina a direttore dello storico dell'arte Vittorio Viale (1891-1977), fino alla seconda guerra mondiale che, com'è ovvio, costituisce un perno sul quale ruota un drammatico mutamento di scenari nella vita culturale della città.
[...]
Intrecciando le ricchissime carte dell'archivio storico museale che vanno dai registri della corrispondenza ai bilanci dell'istituzione, dalle note ai carteggi personali, si mettono in fila lettere e appunti, date e avvenimenti cercando di fissare una mappa puntuale di fatti e vicissitudini delle raccolte fotografiche negli anni del loro progressivo incremento, sino ad arrivare ai mesi più caldi del conflitto mondiale, che furono inevitabilmente segnati dalle ingenti operazioni di sfollamento e messa in sicurezza del patrimonio cittadino. È proprio scorrendo i frequenti scambi epistolari tra il direttore, gli studiosi e il personale messo a guardia delle collezioni nei rifugi di campagna che si percepisce il pericolo esiziale: per salvare i dipinti, le sculture e le lastre fotografiche si ricorse infatti a ogni mezzo, non escludendo di prendere contatti con le autorità repubblichine o con gli uomini della Resistenza che, come emerge da questo studio, si impegnarono attivamente affinché le raccolte civiche rimanessero illese.