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Confessioni di una mangiatrice di carne

Iacub, Marcela

Medusa 2011

Abstract

A far scoccare la scintilla che ha acceso il fuoco di questa confessione a voce alta sul perche bisogna smettere di consumare carne per nutrirci, fu J il trattato di Plutarco: «Tu vuoi sapere secondo quale criterio Pitagora si astenesse dal mangiare carne, mentre io mi domando con stupore in quale circostanza e con quale disposizione spirituale l'uomo toccò per la prima volta con la bocca il sangue e sfiorò con le labbra la carne di un animale morto». Ci fu un inizio anche in questo che, per alcuni, è l'origine di tante questioni che si legano alla aggressività e alla violenza che l'uomo esercita verso i propri simili. Ma per Marcela lacub, brillante polemista che si è messa in luce in questi anni per le sue posizioni "eretiche" rispetto al femminismo francese riguardo ai diritti del corpo, tutto è cominciato dalle ricerche condotte su una sentenza giudiziaria che condannava un uomo a un anno di reclusione per aver compiuto un atto sessuale su un pony. L'autrice, che fin dall'adolescenza ha mangiato carne di animali senza sentire alcun complesso di colpa, anzi sviluppando una vera attrazione erotica per ogni tipo di carni che le venivano servite a tavola, ha maturato da qui una conversione intcriore che l'ha portata a rinunciare per sempre al consumo di carni. Questo libro è la storia di una passione finita e della scoperta di come gli animali, in quanto esseri sensibili, dunque soggetti al dolore, abbiano diritti che la società oggi riconosce loro soltanto raramente, magari distinguendo, senza fondamento, fra animali da compagnia e animali per l'alimentazione. Questo pamphìet smonta una volta per tutte i pregiudizi di comodo dei "mangiatori di carne".