Il libro ricostruisce la specifica genealogia della violenza omofoba all’interno della comunità swahili di Malindi (Kenya), tenendo alta l’attenzione sulle intersezioni tra le linee di oppressione che attraversano i corpi. Particolare rilevanza è data ai processi di razzializzazione che hanno segnato la storia locale, dalla Colonia fino al contemporaneo turismo di massa.
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Inoltre, viene analizzato criticamente un certo tipo di attivismo LGBTIQ universalista, con base in Occidente. Il libro mette in evidenza le dinamiche mediante cui tale attivismo tende di fatto a invisibilizzare la diversità di genere e sessuale e a isolare e piegare modalità di lotta non aderenti ai modelli egemonici euro-statunitensi. La ricerca si è intrecciata con la pratica politica che ne è stata parte fondamentale in merito sia alla metodologia sia alla scrittura e alla riflessione.