Le "Elegie romane", composte nel 1789, qui pubblicate nella robusta traduzione che ne fece Luigi Pirandello, nascono dal riverbero spirituale e sentimentale del primo viaggio compiuto da Goethe in Italia (1786-88).
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Sono le poesie dell'iniziazione alla salarità classica e alla paganità: la priam acquisita attraverso la visione diretta dei monumenti, la seconda conosciuta con l'amore della trasteverina Faustina. È durante questo periodo italiano che Goethe «diventa altro da quel che prima era», cioè diventa il Goethe maturo. Gli "Epigrammi veneziani" nella traduzione di Andrea Landolfi, sono invece il frutto del suo secondo viaggio in Italia. Ma questa volta Goethe non è più disposto all'entusiasmo come lo era stato durante il primo viaggio. «No, questa non più l'Italia che lasciai con dolore.» (ANobii)