Nel canzoniere fascista ci furono tutti e un po' di tutto: camicie nere e balilla, manganellatori e manganellatori, eroi e martiri, quarte sponde e colli fatali, posti al sole e mari nostri, soldati e studenti, madri e sorelle, contadini e legionari, sommergibili e carri armati e quant'altro: gli autori, da Blanc a Ruccione, offrirono agli italiani una grande messe di canti.
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Questi ultimi illustrarono le prodezze dei 'marciatori' della prima ora, la gloria del riconquistato 'impero' e la necessit` e la bellezza della 'battaglia'. In ogni caso, per il regime, il vero canto fascista non fu quello imperniato sul torbido dopoguerra, bensl quello teso a mostrare al mondo il 'nuovo' cittadino italico e l'intima unione della grandezza dell'antica Roma con il fascismo rinnovato e rinnovatore.