Per Calvino la "vocazione profonda della letteratura italiana" è di tipo enciclopedico e cosmologico: da Dante a Galileo, da Ariosto a Leopardi, si è affermata nella nostra letteratura un'idea dell'"opera letteraria come mappa del mondo e dello scibile".
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L'enciclopedia che qui si evoca e si ricostruisce per porzioni e assaggi è una collezione di oggetti eterocliti e inconsueti, eclettica e centrifuga, ma non priva di un nucleo verso cui sembrano convergere interessi e curiosità. Questo nucleo era per Calvino il luogo "dove ci piove dentro", l'immaginazione, il luogo del visivo attraverso cui "il mondo conosce il mondo".