Nel 260 d. C. l’imperatore Valeriano viene catturato dal ‘re dei re’ Shapur I: finirà i suoi giorni in Persia in una vergognosa prigionia. Per i Romani è una catastrofe senza precedenti, ancor più terribile di quella avvenuta a Carré nel 53 a. C. Roma si trova cosi a dover affrontare la fase peggiore della crisi che affligge l’impero nel terzo secolo.
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I Persiani premono sui confini orientali, i territori dell’Europa occidentale sono sconvolti dalle incursioni delle popolazioni barbariche, mentre in tutto l’impero infuria la persecuzione dei cristiani voluta dall’imperatore, che vede in questa religione una minaccia per la tenuta dello Stato. La cattura di Valeriano provoca movimenti separatisti all’interno dell’impero stesso che portano l’usurpatore Postumo a creare un impero delle Gallie. Ancora piti della disfatta di Carré, la fine ingloriosa di Valeriano peserà come una macchia indelebile nell’immaginario romano.