L'omicidio di Alexander Litvinenko è stato il primo atto di guerra della Russia di Putin contro l'Occidente. L'ex ufficiale del KGB che collaborò a lungo con Paolo Guzzanti, in quegli anni presidente della Commissione Mitrokhin, venne assassinato nel 2006 a Londra con un clamoroso avvelenamento eseguito proprio dai Servizi russi, su ordine diretto di Vladimir Putin.
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C'è voluta la guerra all'Ucraina per capire che quell'attacco all'Occidente conteneva già le strategie, la mentalità, i modi dello "zar" Vladimir. Bastava non chiudere gli occhi, allora, e forse le cose sarebbero andate diversamente nei rapporti fra l'Occidente e la Russia putiniana. Questo volume, pubblicato in una nuova edizione rivista e con un cospicuo aggiornamento dell'autore all'oggi, racconta la storia segreta di Litvinenko (detto Sasha), della Mitrokhin, dell'ascesa di Putin e di come Berlusconi si sia disinteressato alle attività della Commissione per non contrariare l'ultimo capo del KGB, diventato suo partner e amico fraterno. Per questo, quello sul "mio agente Sasha", come lo chiamava Guzzanti, è un libro a suo modo profetico, in cui i fatti del passato si riverberano nel nostro drammatico presente, e lo illuminano di una luce sinistra e potente.