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venerdì

22

novembre

Cagliari: il Monte di Pietà

Una singolare istituzione creditizia

Riportiamo dalla Guida di Cagliari del Corona <<…fu aperto al pubblico nei locali dell'ex convento dei Gesuiti in Santa Croce, nel 17 novembre 1782, per opera di Vittorio Amedeo III, il quale, mentre istituiva i monti frumentari in molti villaggi dell'isola, destinati a soccorrere i contadini nei lavori d'agricoltura, dotava questa città d'un monte numerario, per provvedere ai temporanei bisogni della povera gente>>.
Gestito dalla Congregazione di carità ebbe varie sedi. L'ultima in via Sant'Eulalia dove rimarrà fino al 1931, allorché cessò l'attività e il suo patrimonio venne incamerato dal Banco di Napoli.
Come funzionava?
Le persone in difficoltà ottenevano la moneta di cui avevano bisogno dando in pegno preziosi o abbigliamento che, naturalmente, potevano essere riscattati nel tempo convenuto.
Colpiscono i toni paternalistici utilizzati da Vittorio Amedeo III nel decreto di istituzione del 1781: <>. Nello stesso decreto si stabiliva che <<…le anticipazioni su pegni di lingeria, stagno, rame, gioie, oro, argento ed effetti commerciabili, dovevano concedersi gratuitamente>>.
La prima sede del Monte fu, come detto, nei locali di via Corte d'Appello, messi a disposizione gratuitamente dal Sovrano. Intorno alla metà dell'Ottocento la gestione del Monte passò dalla giunta diocesana all'amministrazione comunale che deliberava la nomina degli amministratori del Monte nummario della Città. La commissione comunale, in seguito al Regio Decreto del 5 giugno 1854, ne cedette la gestione alla Congregazione di Carità, pur continuando ad approvarne lo Statuto.
Una curiosità: in occasione dei festeggiamenti delle nozze d'argento dei sovrani Umberto I e Margherita nel 1893 gli amministratori disposero la restituzione gratuita agli interessati di tutti i pegni metallici fino a 2 lire, e fino a 16 lire se trattavasi di capi d'abbigliamento.
Se l'argomento vi ha incuriosito vi invitiamo alla lettura dell'articolo “Brillanti contro denaro” a firma di Gianfranco Murtas nell'Almanacco di Cagliari dell'anno 2000