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venerdì

28

ottobre

Sezione Rari della Biblioteca di Studi Sardi

La bandiera dei Quattro mori

La Bandiera dei Quattro mori, simbolo identitario e da sempre tanto cara a noi sardi, ha una storia curiosa che si perde nei secoli e nelle vicende che hanno caratterizzato il periodo della dominazione spagnola.
Il sito della Regione Sardegna dedica una pagina molto interessante alla storia dello stemma, facendo risalire la prima rappresentazione dei 4 mori ai sigilli plumbei della cancelleria reale aragonese, precisamente sotto Pietro il Grande che nel 1281 ideò questo emblema per rappresentare la Corona d'Aragona.
La presenza delle quattro teste, verosimilmente, è da attribuirsi a quattro battaglie vinte dagli aragonesi contro i mori invasori nell'XI secolo, mori a cui vennero mozzate le teste dei loro re, coronate da una benda.
Nell'Archivio storico sono presenti alcune bolle plumbee: quella di cui vi parliamo oggi è del sovrano Pietro IV (1319-1387) ed è avulsa, quindi separata dal suo supporto scrittorio: possiamo notare il re assiso in trono, nella classica tipologia sigillare della maestà; il verso presenta i 4 mori barbuti e senza benda, rivolti a sinistra. I “mori”, nemici della cristianità respinti dalla penisola iberica, hanno le teste inizialmente senza benda, mozzate, sinonimo di sconfitta, e accantonate agli angoli dalla croce di San Giorgio, patrono della cavalleria cristiana.
La prima attestazione a stampa dello stemma la troviamo sul frontespizio degli atti del braccio militare del parlamento sardo, i “Capitols de Cort del Stament militar de Serdenya” stampato a Cagliari nel 1590 dall'editore Guarnerio.
Questo testo è presente nella sezione RARI della Biblioteca Studi Sardi e, nel nostro esemplare, notiamo che i quattro volti dei mori guardano a sinistra, rispettando fedelmente la rappresentazione del sigillo plumbeo.